
Conferenza
1 Giugno 2016
ore 16:00
Università di Palermo, Facoltà di Economia – Aula Magna Li Donni
Highligths
Anna Maria Giordano, giornalista Rai Radio3 e conduttrice di Radio3Mondo:
“Essere giornalista di pace per me ha voluto dire scegliere a chi fare dire le cose. Quando sono stata in Libano, la guerra in Siria era la vita dei profughi. Un Paese in cui sono stati accolti un milione e 400 mila ‘profughi’ a dispetto dei quattro milioni di abitanti; questo mi piace particolarmente ricordarlo. Fare il giornalista di pace lì era facile. Era raccontare cosa facevano gli uomini siriani che erano riusciti a trovare un lavoro. Parlare di come reagivano i bambini. Essere un giornalista di pace in quel contesto vuol dire far parlare chi subisce le conseguenze dei conflitti”.
Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova:
“Purtroppo è così, fa molto più notizia la guerra; la pace sembra essere messa in un angolo. Il giornalismo ha però in sé il germe della pace. Sono estremamente convinto che se riusciamo ad essere giornalisti dialoganti, possiamo esserlo anche in positivo per la pace. Il giornalismo che sogno è costituito da due aspetti: dialogico e munifico. Credo che la dimensione munifica sia eccezionale. Quando diamo una notizia ci priviamo di qualcosa per darlo ad altri. Queste sono piccole basi di un lavoro che può essere fatto per la pace”.
“Per essere un giornalista di pace bisogna denunciare. Questo va fatto correttamente, non cercando il gossip ma la verità. Il giornalista non deve mai dimenticare le conseguenze che ha ogni sua parola”.
Gianfranco Marrone, docente ordinario di Semiotica alla facoltà di Scienze della Comunicazione:
“Da docente universitario che da anni lavora alla formazione dei futuri comunicatori penso che un tema del genere, cioè la relazione tra i media e il tema della pace, sia centrale nell’organizzazione educativa degli studenti sia dal punto di vista dei contenuti che dal punto di vista del modo di operare ed organizzare il proprio lavoro. I giornalisti oggi non sono soltanto portatori di notizie ma posso diventare, facendo certe scelte, attori sociali a tutti gli effetti di un cambiamento possibile e la loro parola può influenzare notevolmente la società civile. Occasioni come queste forniscono sicuramente degli spunti interessanti per una riqualificazione professionale utile ad eliminare le tendenze alla routine di chi lavora soltanto le notizie già pronte senza lavorarci di propria mano accuratamente sapendole ricostruire anche da un punto di vista diverso”.
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