7 luglio 2004 – Roma, Palazzo Marini I fondatori della Associazione Percorsi hanno organizzato il primo incontro istituzionale nel 2004, con l’evento “Dare una possibilità alla pace”, ospitato nella Sala delle Conferenze della Camera dei Deputati, a Palazzo Marini.
La manifestazione, introdotta dal Senatore a vita Presidente Emilio Colombo, è stata la prima occasione di presentare il relatore principale, Prem Rawat, alle Istituzioni nel nostro Paese.
Il Senatore Colombo ha presentato così il pensiero dell’ospite:
“Nella nostre riflessioni sulla pace, sovente ci siamo imbattuti in due definizioni di essa che appartengono alla nostra cultura e alle sue radici cristiane: la pace “tranquillitas ordinis“ oppure “opus iustitiae pax“. “Ma può esservi una “tranquillitas” che esista nelle cose, se prima non esiste nel cuore dell’uomo e ne guida l’agire? E potrebbe avere un impegno (opus) per la giustizia fra gli uomini e fra i popoli se esso non ha radici profonde in ciascuna persona umana e nel suo cuore?”
E sottolineando il particolare approccio di Prem Rawat all’argomento ha aggiunto: “Egli guarda alla pace non solo come una assenza di guerra, ma, anzitutto, come un atteggiamento dello spirito, un seme che deve germogliare, crescere e fruttificare nel cuore dell’Uomo, di ogni uomo. Le sue parole forniscono uno spunto di profonda riflessione, meritano di essere ascoltate in quanto sono un invito a conoscere, valutare, esprimere i valori che sono entro di noi ma spesso giacciono come ricchezze inesplorate o neglette.”
Nel corso della conferenza Prem Rawat ha presentato il tema della pace come necessità fondamentale.
“Perché parlare di pace in un mondo così pieno di accadimenti? Perché la pace non è soltanto una delle tante cose che sarebbe bello possedere, ma un fattore fondamentale e indispensabile per tutti noi. Tutti i giorni in cui apriamo gli occhi. Ogni giorno della nostra esistenza. E quando dico “noi” mi riferisco proprio ad ognuno di noi, preso singolarmente. La domanda è: abbiamo sete di pace oppure no? E questa sete è stata scoperta? Infatti, una volta che un essere umano scopre in sé la sete di pace, ovviamente la cerca come l’acqua e rivolge la sua attenzione dentro di sé per trovarla.” So che moltissimi credono nel dare definizioni e non metterle mai in dubbio. Quando qualcuno afferma che la definizione di pace è “assenza di guerra”, c’è sempre qualcun altro che si trova d’accordo. Ma all’interno dell’essere umano infuria una guerra ben più feroce, ben più devastante di qualsiasi guerra al di fuori. Essa continua anche dopo il cessate il fuoco. Ne vediamo il riflesso nelle guerre di questo mondo. Percepiamo un senso di instabilità, ma non riusciamo a vederne la causa. Allora cerchiamo una soluzione, ma è come dare delle stampelle a qualcuno perché possa reggersi in piedi, senza però cercare la vera causa del suo squilibrio.”
Ha poi proseguito parlando della pace come necessità e passione. “Devo riconoscere ciò di cui ho bisogno nella mia esistenza. Se voglio la pace, devo imparare a riconoscerne il bisogno e dire a me stesso: “Sì, ho voglia di pace”. È a me stesso che lo devo dire, con le parole più semplici che posso trovare. Posso usare parole ricercate per far colpo sugli altri, ma non posso usarle per far colpo su me stesso. Se voglio far colpo su me stesso, devo dire ciò che è vero. È la verità che il mio cuore vuole sentire, è la mia sete di pace che ha bisogno di essere placata. Uscire dalla paura, uscire dal dubbio, sviluppare una passione per la chiarezza, una passione per la pace. Occorre sviluppare passione. Conosco la passione per tutte le cose del mondo, ma cosa conosco della passione, quella con la “P” maiuscola, per la vita?”
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